(a volte basta una parola)
Basta una frase per cambiare la nostra condizione e quella degli altri; i nostri rapporti con le altre persone dipendono molto dal nostro parlare e dal loro parlare.
Dio attirò la mia attenzione su un passo che andiamo a leggere insieme:
«Appena Davide ebbe finito di parlare con Saul, Gionatan si sentà ¬ nell’animo legato a Davide, e Gionatan l’amò come l’anima sua. Da quel giorno Saul lo tenne presso di sé e non permise più che egli ritornasse a casa di suo padre. Gionatan fece alleanza con Davide, perché lo amava come l’anima propria. Perciò Gionatan si tolse di dosso il mantello e lo diede a Davide; e cosà ¬ fece delle sue vesti, fino alla sua spada, al suo arco e alla sua cintura. Davide andava e riusciva bene dovunque Saul lo mandava. Saul lo mise a capo della gente di guerra ed egli era gradito a tutto il popolo, anche ai servitori di Saul. All’arrivo dell’esercito, quando Davide ritornava dopo aver ucciso il Filisteo, le donne uscirono da tutte le città d’Israele incontro al re Saul, cantando e danzando al suono dei timpani e dei triangoli e alzando grida di gioia; le donne, danzando, si rispondevano a vicenda e dicevano: à‚«Saul ha ucciso i suoi mille, e Davide i suoi diecimila‚». Saul ne fu molto irritato; quelle parole gli dispiacquero e disse: à‚«Ne danno diecimila a Davide e a me non ne danno che mille! Non gli manca altro che il regno!à‚» E Saul, da quel giorno in poi, guardò Davide di mal occhio» (1 Samuele 18:1-9).
In questo breve brano sono contenuti molti principi biblici che a primo acchito possono passare inosservati. Innanzitutto, voglio portare la vostra attenzione sul primo versetto: appena Davide ebbe finito di parlare con Saul e Gionatan»¦ Ebbene, le parole di Davide indussero Gionatan ad amare Davide come l’anima sua. Inoltre, da non sottovalutare il fatto che da quel giorno Saul prese Davide in casa sua. Questo vuol dire che le parole di Davide influenzarono in maniera positiva anche Saul che, a quel punto del racconto biblico, si trovava gi in una condizione di peccato e di ribellione nei confronti del Signore. Davide non fece manifestazioni di potenza né tantomeno cercò di impressionare il re o le persone che erano con lui: semplicemente parlò e questo produsse un effetto amorevole sulle persone. Le sue parole scaturivano dal deposito che Davide aveva all’interno del suo cuore. Questo è un esempio di parola che porta frutto. Vedremo, proseguendo con l’analisi del nostro trattato, che le parole che pronunciamo dipendono dal nostro cibo quotidiano. Più nutriamo la carne più parliamo secondo i suoi desideri; più nutriamo lo Spirito, più il nostro parlare sarà simile a quello del nostro Signore.
Andando avanti nell’analisi del testo, partendo dal versetto cinque, notiamo che anche qui si pronunciarono delle parole. Furono le donne a danzare e a cantare con cori. Naturalmente, avrebbe dovuto esserci gioia in tutto Israele per le vittorie conseguite contro i Filistei, ma per Saul non fu cosà ¬: le parole delle donne produssero in lui odio e gelosie. La colpa fu delle donne che erano poco sensibili? Non considerarono la grandezza di Saul e non furono riconoscenti a lui? Erano poco sensibili nei confronti del re? Nulla di tutto questo. Le parole pronunciate erano parole di gioia, ma il cuore di Saul era sporco perché sapeva bene di non trovarsi in ordine nei confronti del Signore; ciò che subito venne alla luce fu la natura carnale del re. Il peso che diede a queste parole produsse in lui dei sentimenti malvagi, contrari allo Spirito, e questo fu molto grave per la sua vita e per tutto Israele.
Le conseguenze le possiamo notare, sempre nello stesso capitolo, al versetto 10: «Il giorno dopo, un cattivo spirito, permesso da Dio, si impossessò di Saul che era come fuori di sé in mezzo alla casa, mentre Davide suonava l’arpa, come faceva tutti i giorni. Saul aveva in mano la sua lancia»¦» Innanzitutto, voglio fare una precisazione per i fratelli che sono «nuovi» nella fede. Dio non colpisce nessuno con cattivi spiriti perché in Lui non c’è malvagità , ma se usciamo dalla Sua protezione e ci ribelliamo, entriamo nella sfera di influenza del maligno.
La Parola di Dio dice che il mondo giace sotto il potere del maligno, ma se noi facciamo le opere degne del nome che portiamo (cristianesimo vuol dire essere seguaci ed imitatori di Cristo), il suo potere non può nulla contro di noi. Viceversa se noi ci ribelliamo a Dio, rinnegandolo e contando solo sulle nostre forze, ci allontaniamo dall’Eterno, permettendo al diavolo di tormentarci.
Come ho citato in precedenza, Saul aveva gi peccato contro il Signore, e non solo una volta: il suo atteggiamento era di ribellione pura. Il primo errore di Saul fu quello di sostituirsi a Samuele nell’offerta dell’olocausto, ruolo che spettava al sommo sacerdote e a lui solo (capitolo 13). Il secondo errore fu quello di non ubbidire pienamente a Dio nel compimento del piano divino nella battaglia (capitolo 15). Nonostante questo, io ritengo che il vero errore di Saul fu quello di non essersi pentito veramente con tutto il cuore per i suoi peccati. Ne deduco questo dal fatto che Davide commise peccati forse «più gravi» (omicidio, adulterio, ecc.), ma il suo cuore era talmente ripieno del desiderio di soddisfare il Signore che il pentimento che espresse a Natan e a Dio fu reale e completo. (Il Salmo 55 ci dà un’idea dello spirito che animava Davide). Questo gli permise di continuare a governare su Israele anche se dovette pagare le conseguenze di un comportamento sbagliato e peccaminoso nei confronti di Dio e del popolo.
Comprendiamo ora perché Dio permise a Satana di rovinare la vita di Saul? Scusate la divagazione, ma ritengo che prima di tutto sia efficace e produttivo dare le giuste spiegazioni a tutti in modo che la Parola non si possa interpretare a proprio piacimento. Nulla vi è da aggiungere e nulla vi è da togliere a quello che è scritto (Apocalisse 22:18-19).
Dio mi ha fatto notare molte volte l’effetto che una parola può avere sulla mia vita ma soprattutto sulla vita degli altri. Quando non si conosce qualcuno lo si osserva attentamente per farsi un’idea, ma questa sarà confermata o cambiata dalle parole che si sentiranno pronunciare e dai fatti che accompagneranno le parole stesse.
Una frase secondo la Parola di Dio genera una buona azione; una frase negativa, invece, genera cattivi sentimenti.
Quando un genitore cerca di correggere un bambino spesso ottiene un effetto simile a quello di Saul: il bambino si offende, tiene il muso e soprattutto si arrabbia. Se il bambino è istruito sin da piccolo dalla Parola di Dio si avranno meno difficoltà a fargli comprendere gli atteggiamenti sbagliati, perché sarà istruito su ciò che è giusto e su ciò che è sconveniente. Sono importanti le parole che vengono pronunciate dai genitori perché il ragazzo si nutrirà di loro, fino a quando non riceverà le istruzioni direttamente dal Padre. Fino a quel momento noi saremo responsabili del suo presente e del suo futuro, dovendolo ammaestrare nella Parola, affinché quando sarà grande non si dipartirà da essa. Comprendete perché sono importanti le parole che vengono pronunciate ed utilizzate? Siamo portatori di vita o di morte? Per quanto riguarda me e la mia casa noi serviremo il Signore. Io ho scelto di portare la vita di Cristo: prego affinché il Signore ponga una sentinella nella mia bocca e mi dia ancora più sapienza per dire e fare solo ciò che è giusto ed ammirevole davanti a Lui.
Voglio considerare due aspetti: il primo è la frase che viene pronunciata, mentre il secondo è il peso, il valore che si dà alla frase detta: sono importanti entrambi i lati sopra citati.
(Dal primo capitolo del libro, per gentile concessione)